Il Consiglio dei Ministri approva un decreto per proroghe normative
Il Consiglio dei Ministri, il 9 dicembre 2024, su proposta del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha approvato un decreto-legge contenente disposizioni urgenti in materia di termini normativi che mirano a garantire la continuità dell’azione amministrativa.
Queste misure, come spiegato nella nota ufficiale del Governo, sono essenziali per rafforzare l’efficienza e l’efficacia delle pubbliche amministrazioni, introducendo soluzioni organizzative mirate.
Proroga del regime IVA per gli enti associativi
Tra le novità principali introdotte dal decreto, spicca la proroga del regime IVA per gli enti associativi. Secondo quanto riportato nella comunicazione ufficiale del Governo: “Si proroga al 10 gennaio 2026 il termine a decorrere dal quale trova applicazione il nuovo regime di esenzione IVA per le operazioni realizzate dagli enti associativi di cui all’articolo 5, comma 15-quater del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146”.
Implicazioni per gli enti associativi
Gli enti associativi, che fino ad oggi erano esclusi dal regime IVA, saranno sottoposti a nuove regole a partire da gennaio 2026. Pur rimanendo esenti dall’imposta, dovranno comunque affrontare nuovi adempimenti burocratici che aumenteranno il loro carico amministrativo.
Da questa disciplina restano escluse le Onlus, che continueranno a beneficiare di un trattamento speciale, almeno fino a che la definitiva entrata in vigore del Codice del Terzo Settore non ne sancirà la sparizione.
Obiettivi del decreto
Con questa proroga, il Governo punta a offrire più tempo agli enti interessati per adeguarsi alle nuove disposizioni, consentendo una transizione più graduale verso il nuovo regime fiscale.
Se, però, da un lato il decreto viene presentato come un passo importante per l’armonizzazione delle norme fiscali applicabili agli enti associativi, in linea con gli obiettivi di semplificazione amministrativa, dall’altro non sfugge la necessità di esercitare un controllo sempre maggiore anche su contribuenti che da qualche anno, quanto a controlli, appunto, il legislatore sta cercando mettere al pari del mondo aziendale.
Ad avviso dello scrivente, infatti, l’obbligo di emissione di fattura elettronica, ancorché emessa in esenzione di Iva, non avrebbe altro scopo e sarebbe figlio non già del “Fisco amico”, ma del contrasto all’evasione delle imposte in un mondo che, purtroppo, a questa presunzione ha spesso prestato il fianco.
Giancarlo Andolfatto